DREAMING IRAQ

Siamo in Iraq, al sud, a Ur. Una manciata di chilometri ci separano da Nassiriyah e 16 chilometri da Abu Tbeirah. Questa è l’antica Mesopotamia, la culla della civiltà. Un gruppo di archeologi porta alla luce importanti scoperte del terzo millennio a.C. Dal 2011 Ur, iscritta nelle liste del patrimonio UNESCO, ospita la Missione Archeologica dell’Università di Roma “La Sapienza”, la prima missione straniera ad essere ammessa in Iraq dopo le Guerre del Golfo. Da Ur ogni mattina gli archeologi, svegliandosi che è ancora notte fonda, si recano al sito archeologico, attraversano per un breve tratto Nassiriyah e arrivano su una piana argillosa e desertica in cui stanno emergendo importanti ritrovamenti del periodo sumerico. Siamo ad Abu Tbeirah. Qui l’uomo inventò la scrittura e abbandonò l’oralità come unica trasmissione del sapere. Questa è l’antica Mesopotamia, la culla della civiltà.
Il mondo antico permette di riscoprire la quotidianità in Iraq per guardare il Paese con occhi diversi. Qui le cose ritrovate diventano misura di un’umanità che sogna e desidera nuove forme di riscatto culturale.

La Missione Archeologica dell’Università di Roma “La Sapienza” (diretta da Franco D’Agostino e Licia Romano), impegnata ad Abu Tbeirah, riguarda anche il consolidamento dei tesori di Ur con i fondi del ministero degli Affari esteri destinati alla cooperazione italiana per lo sviluppo. Il Tempio di Dublamakh, le tombe reali e soprattutto il complesso della Ziggurat, rientrano tra i monumenti interessati agli interventi di salvaguardia. Il lavoro svolto dagli archeologi è un lavoro di squadra, complesso e richiede specifiche competenze tecniche. Accanto agli archeologi italiani e iracheni c’è un gruppo di operai le cui conoscenze locali conservano saperi fondamentali e la cui compagnia fa bene allo spirito del gruppo. Scavare nel proprio passato millenario porta alla luce cose che hanno un valore che va oltre l’apparente immobilità degli oggetti.