RADIO GHETTO

MENZIONE SPECIALE PER LA COMUNICAZIONE, PREMIO SIAA 2018

Referente: Raffaele Urselli


Radio Ghetto è un progetto di radio partecipata che dà voce alle comunità che vivono nelle campagne dell’agro foggiano. Creata nell’estate del 2012 su impulso della Rete Campagne in Lotta, la Radio ha portato nella capitanata pugliese tutta la strumentazione necessaria per l’avvio delle trasmissioni. Da allora Radio Ghetto ha vissuto e dato voce al territorio ogni estate, proponendosi come strumento di comunicazione e dibattito per le comunità di braccianti. Sino all’estate del 2016 Radioghetto ha trasmesso principalmente all’interno del GranGhetto di Rignano Garganico, tra i suoi abitanti, cercando di aprirsi all’esterno, verso la società italiana. Dopo lo sgombero del Granghetto la radio si è trasferita sulla pista di Borgo Mezzanone (a ridosso del CARA), a Sud di Foggia.

Durante le trasmissioni radio, curate direttamente da chi abita le varie comunità della capitanata, si discute delle condizioni di vita e delle difficoltà del lavoro agricolo. Ascoltando musica e radio-giornali, organizzando contest per i rapper e i cantanti che vivono nei ghetti, si condividono le storie e la vita di tutti i giorni: dalle problematiche relative al proprio percorso migratorio alla quotidianità della provincia. Radio Ghetto è diventata così nel corso di questi suoi anni di attività uno spazio libero in cui dibattere e rilassarsi, scherzare e arrabbiarsi; un’esperienza insomma per immaginare alternative possibili allo sfruttamento e all’isolamento. Questi cinque anni di trasmissioni sono stati possibili grazie all’impegno e al sostegno di tutti gli abitanti dei ghetti che, ritornando stanchi dal lavoro, decidono ogni estate di animare la radio; ma anche grazie agli attivisti e ai volontari, sempre nuovi, che hanno scelto di impegnarsi in quest’esperienza.

L’antropologia è una risorsa cruciale per la comprensione delle traiettorie che si intrecciano, accavallano e schiacciano l’una sull’altra nei luoghi che ospitano oggi migliaia di braccianti stranieri, la maggior parte dei quali africani: dormire e stringere relazioni all’interno del ghetto durante i mesi estivi della raccolta agricola (soprattutto del pomodoro), condividendo le difficoltà quotidiane imposte dalla vita in una baraccopoli, far conoscere all’opinione pubblica le problematiche abitative, salariali e legali del ghetto attraverso la voce degli stessi migranti che lo abitano sono gli ingredienti fondamentali del progetto.

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